Laboratori genitore-figlio dai 3 anni in su
Un sabato al mese attività per rafforzare la relazione e condividere uno spazio espressivo attraverso tutte le arti.
Un viaggio condotto da esperti nel settore artistico espressivo e pedagogico.
Il gioco come possibilità di sperimentare, esplorare ed esprimersi in modo creativo e divertendosi.
Giocare è un’attività indispensabile per la vita di ogni bambino, così come lo sono il cibo, l’acqua, il sonno. Crescere è impossibile se non si gioca.
Nella relazione genitore-figlio attraverso il gioco, si rafforza il rapporto e si cresce insieme stimolando la creatività e il dialogo.
Il gioco è la palestra per il bambino del suo relazionarsi al mondo esterno e a ciò che lo circonda, è l’occasione per trovare strategie e per esprimere la propria fantasia liberamente.
In pedagogia e in filosofia si è approfondito negli anni il forte legame tra la pratica di attività artistiche e lo sviluppo delle abilità comunicative e lo sviluppo fisico-cognitivo-emotivo durante l’infanzia.
Numerosi studi sembrano infatti dimostrare che, fin dai primissimi anni di vita del bambino, l’arte contribuisce a migliorarne le capacità espressive, a favorire l’apprendimento logico – matematico e linguistico, a rafforzare la consapevolezza di sé, a liberare le potenzialità creative insite in esso.
In definitiva, essa sembra essere determinante al fine di un’evoluzione interiore dell’individuo.
Non parliamo di arte in quanto realizzazione di manufatti ma del processo creativo, dell’esplorazione sensoriale, del viaggio nei linguaggi artistici, quello che ci interessa quindi non è il prodotto finale ma il processo.
John Dewey, afferma che il fine ultimo dell’attività creativa del bambino non debbano essere i “manufatti” che egli realizza, quanto piuttosto la capacità di osservazione, le abilità mnemoniche e l’immaginazione, che l’arte contribuisce a sviluppare e che conferiscono all’ individuo buone capacità critiche e di risoluzione dei problemi (J. Dewey, Art as experience).
L’arte, nelle sue forme più varie (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge infatti tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali.
Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione.
Nello scambio artistico espressivo genitore-figlio si rafforza un legame che è centrale nello sviluppo del bambino e si crea l’occasione per costruire un dialogo unico e insostituibile che è quello del corpo.