Mi sono laureata al Dams di Roma e ho scelto di intraprendere la via del Teatro.
Ricercavo l’universalità del gesto, quell’espressione corporea che va al di là del linguaggio verbale.
Cercavo il contatto con lo spettatore, il lavoro corpo a corpo con l’attore. Il teatro ha plasmato il mio carattere, sedato le mie ansie, scoperto le mie risorse.
Ho capito la potenza di quest’arte e come potesse essere uno strumento trasformativo per la persona.
Ho scoperto l’arteterapia frequentando il Master di Vezio Ruggeri.
Lì ho cominciato a sperimentare le connessioni e le interazioni tra un linguaggio e l’altro., le reazioni del corpo e i segni che custodisce.
Sono approdata alla Globalità dei Linguaggi e alla sua caposcuola Stefania Guerra Lisi.
Non solo un metodo ma un modo di approcciare all’essere umano, un modo di essere che ha dato un senso alla mia ricerca.
Il corpo a corpo è diventato la base del mio lavoro terapeutico e non.
Rimandare all’altro una visione positiva di sé, il mio obiettivo. Creare un grembo sociale in cui ci si senta accolti e valorizzati, la mia missione.
Ho lavorato nelle scuole, nei centri diurni, nei reparti oncologici, nei centri di accoglienza con la volontà di celebrare l’arte e il piacere di vivere.
Ho creato Libelà perché tutto questo possa prendere corpo.